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<p>Il 25 marzo scorso è arrivata sul nostro pianeta una forte tempesta magnetica, classificata di classe G4 su una scala di intensità il cui massimo è G5 (il brillamento solare responsabile è stato classificato come X1.1: tale classificazione è spiegata nel seguito). Fortunatamente non ha causato particolari danni, ma ha prodotto soltanto spettacolari aurore boreali […]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/06/tempeste-magnetiche-quando-i-brillamenti-solari-possono-essere-catastrofici/7499792/">Tempeste magnetiche, quando i ‘brillamenti solari’ possono essere catastrofici</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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<p><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/26/la-tempesta-geomagnetica-piu-intensa-dal-2017-ha-colpito-la-terra-altre-in-arrivo-nelle-prossime-ore-cosa-succede-in-questi-casi/7491896/">Il 25 marzo scorso è arrivata sul nostro pianeta<strong> una forte tempesta magnetica</strong></a>, classificata di classe G4 su una scala di intensità il cui massimo è G5 (il brillamento solare responsabile è stato classificato come X1.1: tale classificazione è spiegata nel seguito). Fortunatamente non ha causato particolari danni, ma ha prodotto soltanto spettacolari aurore boreali a latitudini inusualmente basse. Tali eventi sono causati dai<strong> brillamenti solari (o flare)</strong>, potenti eruzioni di energia superiore a milioni o decine di milioni delle più potenti bombe atomiche.</p> <p>Questi imponenti flussi ad alta energia sono composti da plasma, costituito essenzialmente da <strong>protoni</strong>, <strong>elettroni</strong> e, in piccola parte,<strong> particelle alfa</strong>. Essi generano forti perturbazioni del cosiddetto <strong>‘vento solare’</strong>, in termini di variazioni di velocità e direzione ed interagiscono, perturbandolo, con il campo magnetico terrestre. Essi possono causare notevoli disturbi nelle <strong>comunicazioni</strong> <strong>radio</strong>, danni ai satelliti ed alle infrastrutture elettriche, e possono costituire un pericolo per le navi spaziali al di fuori della magnetosfera terrestre. Le onde d’urto risultanti possono viaggiare a velocità anche superiori a 2000 km/s<strong> (1/150 della velocità della luce)</strong>. I brillamenti solari causano anche <strong>le aurore boreali ed australi.</strong></p> <p>Questi fenomeni furono osservati e studiati <a href="https://ingvambiente.com/2018/07/31/la-tempesta-di-carrington/">per la prima volta nel 1859 dall’astronomo <strong>Richard Cristopher Carrington</strong></a>: il 1° settembre di quell’anno avvenne infatti un brillamento tra i più potenti mai osservati, che causò forti disturbi alla neonata tecnologia del telegrafo (con un black-out totale di circa 14 ore), in varie parti del mondo, e causò un’aurora boreale visibile anche a latitudini inusuali, ad esempio a <strong>Roma</strong>. La frequenza dei brillamenti solari varia da circa uno a settimana, nei periodi di minore attività solare, fino a diversi eventi al giorno, nei periodi di maggiore attività.</p> <p>La loro potenza è classificata in <strong>cinque classi: A, B, C, M, X</strong>; ognuna di tali classi è a sua volta suddivisa linearmente in 9 gradi (es: A1, A2… A9), che possono presentare anche una cifra decimale (esempio: A1.3, X1.1, ecc.). Ogni classe, a parità di grado, ha una potenza<strong> 10 volte superiore</strong> a quella precedente (ad esempio, la potenza di eventi di classe B2 è 10 volte maggiore di quelli di classe A2), ed ogni grado successivo rappresenta una potenza maggiore di quello precedente in scala lineare: ad esempio, un M8 avrà una potenza doppia di un M4.</p> <p>Per la classe di potenza maggiore, ossia X, il grado può superare anche di molto X9: ad esempio, il brillamento di maggiore potenza che è stato possibile misurare, quindi in epoca recente, è avvenuto il<strong> 4 novembre 2003</strong>, con una potenza classificata tra X28 ed X45 (c’è una accesa discussione scientifica nella classificazione tra le due classi, per quest’evento). Brillamenti di tale potenza sono molto rari, e comunque gli effetti che essi possono produrre sulla Terra dipendono dalla <strong>direzione</strong>: l’effetto è massimo per brillamenti in cui la direzione del vento solare punta direttamente verso la Terra.</p> <p>L’effetto dei brillamenti più rari in assoluto, chiamati <strong>‘super-brillamenti’</strong>, può essere <strong>catastrofico</strong>: tutti i satelliti (ad esempio i GPS) posti sulla traiettoria del vento solare verrebbero irrimediabilmente danneggiati, causando un blackout dei sistemi di posizionamento (ad esempio i navigatori), di Internet, delle telecomunicazioni, ecc. Tutte le infrastrutture elettriche avrebbero danni e blackout, gli aerei rimarrebbero privi di comunicazione e di assistenza da terra. Anche gli elettrodomestici staccati dalla corrente risulterebbero poi inutilizzabili, come anche le auto, i mezzi pubblici e i nostri smartphone. Sarebbero a grave rischio i portatori di peacemaker e le persone che in generale, per sopravvivere, sono collegate a macchinari: <strong>gli ospedali sarebbero in grave crisi.</strong></p> <p>Ci sarebbe poi da considerare<strong> una totale assenza di forniture primarie, come gas e acqua</strong>. Senza corrente non funzionerebbe assolutamente nulla e anche eventuali aiuti umanitari potrebbero tardare ad arrivare. E tutti questi problemi non durerebbero certo per il tempo limitato di passaggio del <em>flare</em> (ossia poche ore): per riparare gli<strong> ingenti e diffusi danni</strong> e ripristinare una situazione di normalità passerebbero mesi, anni; un lungo arco di tempo in cui ci troveremmo improvvisamente catapultati indietro di alcuni secoli.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/06/tempeste-magnetiche-quando-i-brillamenti-solari-possono-essere-catastrofici/7499792/">Tempeste magnetiche, quando i ‘brillamenti solari’ possono essere catastrofici</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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Fortunatamente non ha causato particolari danni, ma ha prodotto soltanto spettacolari aurore boreali a latitudini inusualmente basse. Tali eventi sono causati dai<strong> brillamenti solari (o flare)</strong>, potenti eruzioni di energia superiore a milioni o decine di milioni delle più potenti bombe atomiche.</p> <p>Questi imponenti flussi ad alta energia sono composti da plasma, costituito essenzialmente da <strong>protoni</strong>, <strong>elettroni</strong> e, in piccola parte,<strong> particelle alfa</strong>. Essi generano forti perturbazioni del cosiddetto <strong>‘vento solare’</strong>, in termini di variazioni di velocità e direzione ed interagiscono, perturbandolo, con il campo magnetico terrestre. Essi possono causare notevoli disturbi nelle <strong>comunicazioni</strong> <strong>radio</strong>, danni ai satelliti ed alle infrastrutture elettriche, e possono costituire un pericolo per le navi spaziali al di fuori della magnetosfera terrestre. Le onde d’urto risultanti possono viaggiare a velocità anche superiori a 2000 km/s<strong> (1/150 della velocità della luce)</strong>. I brillamenti solari causano anche <strong>le aurore boreali ed australi.</strong></p> <p>Questi fenomeni furono osservati e studiati <a href="https://ingvambiente.com/2018/07/31/la-tempesta-di-carrington/">per la prima volta nel 1859 dall’astronomo <strong>Richard Cristopher Carrington</strong></a>: il 1° settembre di quell’anno avvenne infatti un brillamento tra i più potenti mai osservati, che causò forti disturbi alla neonata tecnologia del telegrafo (con un black-out totale di circa 14 ore), in varie parti del mondo, e causò un’aurora boreale visibile anche a latitudini inusuali, ad esempio a <strong>Roma</strong>. La frequenza dei brillamenti solari varia da circa uno a settimana, nei periodi di minore attività solare, fino a diversi eventi al giorno, nei periodi di maggiore attività.</p> <p>La loro potenza è classificata in <strong>cinque classi: A, B, C, M, X</strong>; ognuna di tali classi è a sua volta suddivisa linearmente in 9 gradi (es: A1, A2… A9), che possono presentare anche una cifra decimale (esempio: A1.3, X1.1, ecc.). Ogni classe, a parità di grado, ha una potenza<strong> 10 volte superiore</strong> a quella precedente (ad esempio, la potenza di eventi di classe B2 è 10 volte maggiore di quelli di classe A2), ed ogni grado successivo rappresenta una potenza maggiore di quello precedente in scala lineare: ad esempio, un M8 avrà una potenza doppia di un M4.</p> <p>Per la classe di potenza maggiore, ossia X, il grado può superare anche di molto X9: ad esempio, il brillamento di maggiore potenza che è stato possibile misurare, quindi in epoca recente, è avvenuto il<strong> 4 novembre 2003</strong>, con una potenza classificata tra X28 ed X45 (c’è una accesa discussione scientifica nella classificazione tra le due classi, per quest’evento). Brillamenti di tale potenza sono molto rari, e comunque gli effetti che essi possono produrre sulla Terra dipendono dalla <strong>direzione</strong>: l’effetto è massimo per brillamenti in cui la direzione del vento solare punta direttamente verso la Terra.</p> <p>L’effetto dei brillamenti più rari in assoluto, chiamati <strong>‘super-brillamenti’</strong>, può essere <strong>catastrofico</strong>: tutti i satelliti (ad esempio i GPS) posti sulla traiettoria del vento solare verrebbero irrimediabilmente danneggiati, causando un blackout dei sistemi di posizionamento (ad esempio i navigatori), di Internet, delle telecomunicazioni, ecc. Tutte le infrastrutture elettriche avrebbero danni e blackout, gli aerei rimarrebbero privi di comunicazione e di assistenza da terra. Anche gli elettrodomestici staccati dalla corrente risulterebbero poi inutilizzabili, come anche le auto, i mezzi pubblici e i nostri smartphone. Sarebbero a grave rischio i portatori di peacemaker e le persone che in generale, per sopravvivere, sono collegate a macchinari: <strong>gli ospedali sarebbero in grave crisi.</strong></p> <p>Ci sarebbe poi da considerare<strong> una totale assenza di forniture primarie, come gas e acqua</strong>. Senza corrente non funzionerebbe assolutamente nulla e anche eventuali aiuti umanitari potrebbero tardare ad arrivare. E tutti questi problemi non durerebbero certo per il tempo limitato di passaggio del <em>flare</em> (ossia poche ore): per riparare gli<strong> ingenti e diffusi danni</strong> e ripristinare una situazione di normalità passerebbero mesi, anni; un lungo arco di tempo in cui ci troveremmo improvvisamente catapultati indietro di alcuni secoli.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/06/tempeste-magnetiche-quando-i-brillamenti-solari-possono-essere-catastrofici/7499792/">Tempeste magnetiche, quando i ‘brillamenti solari’ possono essere catastrofici</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> categories: - Blog - Scienza - Campi Elettromagnetici summary: | <p>Il 25 marzo scorso è arrivata sul nostro pianeta una forte tempesta magnetica, classificata di classe G4 su una scala di intensità il cui massimo è G5 (il brillamento solare responsabile è stato classificato come X1.1: tale classificazione è spiegata nel seguito). Fortunatamente non ha causato particolari danni, ma ha prodotto soltanto spettacolari aurore boreali […]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/06/tempeste-magnetiche-quando-i-brillamenti-solari-possono-essere-catastrofici/7499792/">Tempeste magnetiche, quando i ‘brillamenti solari’ possono essere catastrofici</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> url: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/06/tempeste-magnetiche-quando-i-brillamenti-solari-possono-essere-catastrofici/7499792/ image: https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2024/04/03/tempesta-magnetica-1200-1050x551.jpg
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