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Summary <p>Un&#8217;impresa impensabile, un&#8217;azione che entra di diritto nella leggenda. Mathieu van der Poel vince la Parigi&#8211;Roubaix dopo una fuga cominciata sul tratto di pavé d’Orchies, quando al traguardo nello storico Velodromo dell&#8217;Alta Francia mancavano ancora 60 chilometri. Una giornata che riscrive le leggi della Regina delle Classiche: per Van der Poel i tremendi tratti di [&#8230;]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/parigi-roubaix-impresa-leggendaria-van-der-poel-trionfa-60-km-fuga-onnipotente-annichilire/7504595/">Parigi-Roubaix, impresa leggendaria di Van der Poel: trionfa dopo 60 km di fuga. Talmente onnipotente da annichilire la corsa</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>

Content <p><strong>Un&#8217;impresa</strong> <strong>impensabile</strong>, un&#8217;azione che entra di diritto nella leggenda. <strong>Mathieu van der Poel</strong> vince la <strong>Parigi</strong>&#8211;<strong>Roubaix</strong> dopo una fuga cominciata sul tratto di pavé d’Orchies, quando al traguardo nello storico Velodromo dell&#8217;Alta Francia mancavano ancora <strong>60 chilometri</strong>. Una giornata che riscrive le leggi della Regina delle Classiche: per Van der Poel i tremendi tratti di pavé che hanno segnato la storia del ciclismo non sono l&#8217;<strong>Inferno del Nord</strong>, ma il terreno perfetto per sprigionare tutta la sua <strong>potenza</strong>. Con la maglia di <strong>campione del mondo</strong> addosso e il numero 1 cucito sulle spalle per la vittoria alla Roubaix di un anno fa, van der Poel sulla bicicletta pare una divinità <strong>onnipotente</strong>, capace di <strong>annientare</strong> i rivali e <strong>annichilire</strong> la corsa più impegnativa e <strong>iconica</strong> del panorama mondiale. I primi avversari sono arrivati al traguardo con <strong>tre minuti di distacco</strong>. Campioni del calibro di <strong>Philippsen</strong> e <strong>Pedersen</strong> semplicemente umiliati. La <strong>velocità media</strong> è stata <strong>mostruosa</strong>, ovviamente da record di sempre: <strong>47,8 km/h</strong>.</p> <p>Il gigante olandese ha deciso di vincere la Roubaix <strong>fin dal primo metro</strong>. La sua squadra, la <strong>Alpecin</strong>, ha tirato il gruppo dalla partenza, riducendolo a <strong>brandelli</strong> quando ancora la Parigi-Roubaix doveva entrare nel vivo: a<strong> 130 km</strong> dal traguardo davanti erano rimasti appena una <strong>trentina</strong> di corridori. Poi, nella foresta di <strong>Arenberg</strong>, il primo affondo di Van der Poel: così, giusto per saggiare la condizione sua e dei rivali. Ha perfino <strong>giocato</strong> il 29enne olandese, che si è fatto riprendere e staccare da chi velleitariamente ha tentato un allungo. Quando, metro dopo metro di pavé, il gruppetto dei <strong>superstiti</strong> si è ricompattato, Van der Poel ha piazzato la <strong>stoccata decisiva</strong>.</p> <p>È scattato <strong>danzando</strong> sulle pietre, veleggiando di qualche millimetro sopra quel pavé che per gli altri significa <strong>tremori</strong> e <strong>sofferenza</strong>. Quasi annoiato, ha salutato il resto della compagnia e se n&#8217;è andato. Partire da solo a 60 chilometri dal traguardo per vincere è <strong>inconcepibile</strong>. O meglio, lo era fino a poco tempo fa. Perché dopo l&#8217;ultimo <strong>Fiandre</strong>, vinto da Van der Poel con una fuga di una quarantina di chilometri, è stato<strong> chiaro a tutti</strong> che quello scatto l&#8217;olandese lo ha fatto per arrivare al traguardo. Van der Poel <strong>non ha voluto solo vincere</strong>, ha voluto farlo in un modo che rimanesse <strong>scolpito nella storia</strong> del ciclismo. Ha voluto entrare nella <strong>leggenda</strong>.</p> <p>In questo momento non c&#8217;è nessuno al mondo che possa gareggiare contro Van der Poel sul pavé. Il suo palmares parla chiaro: ha vinto <strong>tre volte il Giro delle Fiandre</strong>, arrivando altre due volte secondo. Ha vinto <strong>due Parigi-Roubaix</strong>, salendo un&#8217;altra volta sul podio (quando vinse <strong>Sonny Colbrelli</strong>). Ad impreziosire il tutto anche una <strong>Milano-Sanremo</strong>. E chissà che quest&#8217;anno, vista pure la penuria di avversari per via delle cadute, non provi anche a vincere la <strong>Liegi-Bastogne-Liegi</strong>: il favorito è <strong>Tadej</strong> <strong>Pogacar</strong>. Intanto in bacheca ha già sei sigilli nelle Classiche Monumento, di cui cinque sul pavé. Van der Poel è talmente forte da essere diventato quasi un <strong>problema</strong>.</p> <p>Sì, può sembrare un <strong>paradosso</strong> definire problematica un&#8217;impresa leggendaria. L&#8217;olandese è senza dubbio <strong>spettacolare</strong> da vedere in bicicletta. Le sue azioni, un po&#8217; come quelle di <strong>Pogacar</strong> su altri terreni, riportano al ciclismo di <strong>un&#8217;altra epoca</strong>. Per trovare un distacco superiore tra il vincitore e il secondo bisogna tornare ai tempi di <strong>Johan Museeuw</strong>. Ma a 50 chilometri dal traguardo la Parigi-Roubaix era praticamente <strong>già stata assegnata</strong>. Lo show, ed è davvero assurdo per come era il ciclismo solo fino a pochissimi anni fa, si è visto più <strong>nelle prime fasi</strong> della <strong>gara</strong> che al pomeriggio, quando <strong>milioni di appassionanti</strong> da tutto il mondo normalmente si collegano davanti alla tv per assistere ai tratti di pavé più impegnativi. Dire che l&#8217;assolo di Van der Poel è stato <strong>noioso</strong> è come <strong>bestemmiare</strong>. Ma la sua grandezza è talmente <strong>devastante</strong> da <strong>ammazzare</strong> la competizione. Per il momento non resta che celebrarlo e inchinarsi alla sua potenza sul pavé. Nella speranza di aver presto qualcuno quanto meno <strong>in grado di contrastarla</strong>.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/parigi-roubaix-impresa-leggendaria-van-der-poel-trionfa-60-km-fuga-onnipotente-annichilire/7504595/">Parigi-Roubaix, impresa leggendaria di Van der Poel: trionfa dopo 60 km di fuga. Talmente onnipotente da annichilire la corsa</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>

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Talmente onnipotente da annichilire la corsa' rss_fields: - title - url - summary - author - categories - published - entry_id - comments - content - image carlessian_info: news_filer_version: 2 newspaper: Il Fatto macro_region: Italy author: Daniele Fiori content: | <p><strong>Un&#8217;impresa</strong> <strong>impensabile</strong>, un&#8217;azione che entra di diritto nella leggenda. <strong>Mathieu van der Poel</strong> vince la <strong>Parigi</strong>&#8211;<strong>Roubaix</strong> dopo una fuga cominciata sul tratto di pavé d’Orchies, quando al traguardo nello storico Velodromo dell&#8217;Alta Francia mancavano ancora <strong>60 chilometri</strong>. Una giornata che riscrive le leggi della Regina delle Classiche: per Van der Poel i tremendi tratti di pavé che hanno segnato la storia del ciclismo non sono l&#8217;<strong>Inferno del Nord</strong>, ma il terreno perfetto per sprigionare tutta la sua <strong>potenza</strong>. Con la maglia di <strong>campione del mondo</strong> addosso e il numero 1 cucito sulle spalle per la vittoria alla Roubaix di un anno fa, van der Poel sulla bicicletta pare una divinità <strong>onnipotente</strong>, capace di <strong>annientare</strong> i rivali e <strong>annichilire</strong> la corsa più impegnativa e <strong>iconica</strong> del panorama mondiale. I primi avversari sono arrivati al traguardo con <strong>tre minuti di distacco</strong>. Campioni del calibro di <strong>Philippsen</strong> e <strong>Pedersen</strong> semplicemente umiliati. La <strong>velocità media</strong> è stata <strong>mostruosa</strong>, ovviamente da record di sempre: <strong>47,8 km/h</strong>.</p> <p>Il gigante olandese ha deciso di vincere la Roubaix <strong>fin dal primo metro</strong>. La sua squadra, la <strong>Alpecin</strong>, ha tirato il gruppo dalla partenza, riducendolo a <strong>brandelli</strong> quando ancora la Parigi-Roubaix doveva entrare nel vivo: a<strong> 130 km</strong> dal traguardo davanti erano rimasti appena una <strong>trentina</strong> di corridori. Poi, nella foresta di <strong>Arenberg</strong>, il primo affondo di Van der Poel: così, giusto per saggiare la condizione sua e dei rivali. Ha perfino <strong>giocato</strong> il 29enne olandese, che si è fatto riprendere e staccare da chi velleitariamente ha tentato un allungo. Quando, metro dopo metro di pavé, il gruppetto dei <strong>superstiti</strong> si è ricompattato, Van der Poel ha piazzato la <strong>stoccata decisiva</strong>.</p> <p>È scattato <strong>danzando</strong> sulle pietre, veleggiando di qualche millimetro sopra quel pavé che per gli altri significa <strong>tremori</strong> e <strong>sofferenza</strong>. Quasi annoiato, ha salutato il resto della compagnia e se n&#8217;è andato. Partire da solo a 60 chilometri dal traguardo per vincere è <strong>inconcepibile</strong>. O meglio, lo era fino a poco tempo fa. Perché dopo l&#8217;ultimo <strong>Fiandre</strong>, vinto da Van der Poel con una fuga di una quarantina di chilometri, è stato<strong> chiaro a tutti</strong> che quello scatto l&#8217;olandese lo ha fatto per arrivare al traguardo. Van der Poel <strong>non ha voluto solo vincere</strong>, ha voluto farlo in un modo che rimanesse <strong>scolpito nella storia</strong> del ciclismo. Ha voluto entrare nella <strong>leggenda</strong>.</p> <p>In questo momento non c&#8217;è nessuno al mondo che possa gareggiare contro Van der Poel sul pavé. Il suo palmares parla chiaro: ha vinto <strong>tre volte il Giro delle Fiandre</strong>, arrivando altre due volte secondo. Ha vinto <strong>due Parigi-Roubaix</strong>, salendo un&#8217;altra volta sul podio (quando vinse <strong>Sonny Colbrelli</strong>). Ad impreziosire il tutto anche una <strong>Milano-Sanremo</strong>. E chissà che quest&#8217;anno, vista pure la penuria di avversari per via delle cadute, non provi anche a vincere la <strong>Liegi-Bastogne-Liegi</strong>: il favorito è <strong>Tadej</strong> <strong>Pogacar</strong>. Intanto in bacheca ha già sei sigilli nelle Classiche Monumento, di cui cinque sul pavé. Van der Poel è talmente forte da essere diventato quasi un <strong>problema</strong>.</p> <p>Sì, può sembrare un <strong>paradosso</strong> definire problematica un&#8217;impresa leggendaria. L&#8217;olandese è senza dubbio <strong>spettacolare</strong> da vedere in bicicletta. Le sue azioni, un po&#8217; come quelle di <strong>Pogacar</strong> su altri terreni, riportano al ciclismo di <strong>un&#8217;altra epoca</strong>. Per trovare un distacco superiore tra il vincitore e il secondo bisogna tornare ai tempi di <strong>Johan Museeuw</strong>. Ma a 50 chilometri dal traguardo la Parigi-Roubaix era praticamente <strong>già stata assegnata</strong>. Lo show, ed è davvero assurdo per come era il ciclismo solo fino a pochissimi anni fa, si è visto più <strong>nelle prime fasi</strong> della <strong>gara</strong> che al pomeriggio, quando <strong>milioni di appassionanti</strong> da tutto il mondo normalmente si collegano davanti alla tv per assistere ai tratti di pavé più impegnativi. Dire che l&#8217;assolo di Van der Poel è stato <strong>noioso</strong> è come <strong>bestemmiare</strong>. Ma la sua grandezza è talmente <strong>devastante</strong> da <strong>ammazzare</strong> la competizione. Per il momento non resta che celebrarlo e inchinarsi alla sua potenza sul pavé. Nella speranza di aver presto qualcuno quanto meno <strong>in grado di contrastarla</strong>.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/parigi-roubaix-impresa-leggendaria-van-der-poel-trionfa-60-km-fuga-onnipotente-annichilire/7504595/">Parigi-Roubaix, impresa leggendaria di Van der Poel: trionfa dopo 60 km di fuga. Talmente onnipotente da annichilire la corsa</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> categories: - Sport News - Ciclismo summary: | <p>Un&#8217;impresa impensabile, un&#8217;azione che entra di diritto nella leggenda. Mathieu van der Poel vince la Parigi&#8211;Roubaix dopo una fuga cominciata sul tratto di pavé d’Orchies, quando al traguardo nello storico Velodromo dell&#8217;Alta Francia mancavano ancora 60 chilometri. Una giornata che riscrive le leggi della Regina delle Classiche: per Van der Poel i tremendi tratti di [&#8230;]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/parigi-roubaix-impresa-leggendaria-van-der-poel-trionfa-60-km-fuga-onnipotente-annichilire/7504595/">Parigi-Roubaix, impresa leggendaria di Van der Poel: trionfa dopo 60 km di fuga. Talmente onnipotente da annichilire la corsa</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> url: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/parigi-roubaix-impresa-leggendaria-van-der-poel-trionfa-60-km-fuga-onnipotente-annichilire/7504595/ image: https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2024/04/07/van-der-poel-parigi-roubaix-1050x551.jpg

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