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<p>Caccia agli evasori. L’agenzia delle entrate americana, l’Internal Revenue Service (Irs) ha avviato di recente un’iniziativa incentrata sui contribuenti ad alto reddito che dal 2017 al 2021 non hanno presentato alcuna dichiarazione dei redditi. Al momento però solo attraverso l’invio di una lettera interlocutoria. La nuova iniziativa, resa possibile dai fondi dell’Inflation Reduction Act, la […]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/usa-il-fisco-a-caccia-di-evasori-migliaia-di-lettere-ai-contribuenti-ad-alto-reddito-che-non-hanno-fatto-la-dichiarazione/7504654/">Usa, il fisco a caccia di evasori: migliaia di lettere ai contribuenti ad alto reddito che non hanno fatto la dichiarazione</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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<p><strong>Caccia</strong> agli <strong>evasori</strong>. L’agenzia delle entrate americana, l’<strong>Internal Revenue Service</strong> (Irs) ha avviato di recente un’iniziativa incentrata sui <strong>contribuenti</strong> ad <strong>alto reddito</strong> che dal <strong>2017</strong> al <strong>2021</strong> non hanno presentato alcuna <strong>dichiarazione dei redditi.</strong> Al momento però solo attraverso l’invio di una <strong>lettera interlocutoria</strong>. La nuova iniziativa, resa possibile dai fondi dell’<em>Inflation Reduction Act</em>, la norma varata per ammortizzare gli effetti dell’inflazione, ha infatti esordito il mese scorso con l’invio di migliaia di lettere di <em>compliance</em> (lettere volte a verificare la conformità a determinate norme, regole o standard) indirizzate ad oltre<strong> 125.000 contribuenti facoltosi</strong> che nel corso del <strong>quinquennio</strong> hanno omesso di presentare la rispettiva dichiarazione dei redditi. “Nell’ambito del <strong>continuo impegno</strong> per migliorare la <strong>compliance e l’equità fiscale</strong>“, ricostruisce l’agenzia delle Entrate italiana sulla webzine <em>FiscoOggi.</em></p> <p>In particolare, più di 25.000 comunicazioni sono destinate a contribuenti che non hanno dichiarato<strong> guadagni superiori a 1 milione</strong> di dollari negli anni sottoposti a controllo e oltre 100.000 a persone con redditi omessi compresi tra <strong>400.000 e 1 milione di dollari</strong>. Si tratta di casi individuati grazie all’<strong>incrocio dei dati</strong> e delle informazioni provenienti da terze parti (datori di lavoro, banche, assicurazioni e strumenti d’investimento). In dettaglio, di questi avvisi per mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, formalmente noti come avvisi <strong>CP59</strong>, ne saranno inviati circa 20.000 – 40.000 con <strong>cadenza settimanale</strong>, a partire dai contribuenti appartenenti alle categorie di reddito più elevate, il che significa che, ultimati i recapiti destinati ai più facoltosi, le lettere inizieranno a raggiungere anche le cassette della posta dei lavoratori con <strong>redditi medio-alti.</strong></p> <p>Sono due le misure che hanno reso possibile il lancio di questa iniziativa. Senza risorse adeguate, infatti, il programma investigativo per stringere il cerchio sui <em><strong>non-filer </strong></em>(coloro che non hanno fatto la dichiarazione, ndr) ha funzionato solo <strong>sporadicamente</strong> dal 2016 a causa di gravi <strong>limitazioni di budget</strong> e di personale che non hanno permesso di lavorare adeguatamente su tali casi. Il primo segnale di un cambio di marcia sono stati i finanziamenti-extra proprio dell’Inflation Reduction Act, all’incirca <strong>11 miliardi previsti</strong> nel 2024 (80 miliardi nell’arco d’un decennio).</p> <p>Altrettanto utile è stato l’annuncio d’una misura, da approvare nei prossimi mesi, spiegata nell’annuale ‘Libro Verde’ del Dipartimento del Tesoro statunitense, che espone tutte le misure fiscali in agenda a partire da settembre 2024. In pratica, la novità consiste nell<strong>’inasprimento del reato</strong> per le persone facoltose che ripetutamente e intenzionalmente non presentano la dichiarazione dei redditi per 5 anni omettendo di riportare più di 250mila dollari. Per tali casi, la nuova formulazione prescrive la <strong>prigione per un massimo di cinque anni</strong> o una <strong>multa fino a 250.000 dollari,</strong> oppure entrambe le cose.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/usa-il-fisco-a-caccia-di-evasori-migliaia-di-lettere-ai-contribuenti-ad-alto-reddito-che-non-hanno-fatto-la-dichiarazione/7504654/">Usa, il fisco a caccia di evasori: migliaia di lettere ai contribuenti ad alto reddito che non hanno fatto la dichiarazione</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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L’agenzia delle entrate americana, l’<strong>Internal Revenue Service</strong> (Irs) ha avviato di recente un’iniziativa incentrata sui <strong>contribuenti</strong> ad <strong>alto reddito</strong> che dal <strong>2017</strong> al <strong>2021</strong> non hanno presentato alcuna <strong>dichiarazione dei redditi.</strong> Al momento però solo attraverso l’invio di una <strong>lettera interlocutoria</strong>. La nuova iniziativa, resa possibile dai fondi dell’<em>Inflation Reduction Act</em>, la norma varata per ammortizzare gli effetti dell’inflazione, ha infatti esordito il mese scorso con l’invio di migliaia di lettere di <em>compliance</em> (lettere volte a verificare la conformità a determinate norme, regole o standard) indirizzate ad oltre<strong> 125.000 contribuenti facoltosi</strong> che nel corso del <strong>quinquennio</strong> hanno omesso di presentare la rispettiva dichiarazione dei redditi. “Nell’ambito del <strong>continuo impegno</strong> per migliorare la <strong>compliance e l’equità fiscale</strong>“, ricostruisce l’agenzia delle Entrate italiana sulla webzine <em>FiscoOggi.</em></p> <p>In particolare, più di 25.000 comunicazioni sono destinate a contribuenti che non hanno dichiarato<strong> guadagni superiori a 1 milione</strong> di dollari negli anni sottoposti a controllo e oltre 100.000 a persone con redditi omessi compresi tra <strong>400.000 e 1 milione di dollari</strong>. Si tratta di casi individuati grazie all’<strong>incrocio dei dati</strong> e delle informazioni provenienti da terze parti (datori di lavoro, banche, assicurazioni e strumenti d’investimento). In dettaglio, di questi avvisi per mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, formalmente noti come avvisi <strong>CP59</strong>, ne saranno inviati circa 20.000 – 40.000 con <strong>cadenza settimanale</strong>, a partire dai contribuenti appartenenti alle categorie di reddito più elevate, il che significa che, ultimati i recapiti destinati ai più facoltosi, le lettere inizieranno a raggiungere anche le cassette della posta dei lavoratori con <strong>redditi medio-alti.</strong></p> <p>Sono due le misure che hanno reso possibile il lancio di questa iniziativa. Senza risorse adeguate, infatti, il programma investigativo per stringere il cerchio sui <em><strong>non-filer </strong></em>(coloro che non hanno fatto la dichiarazione, ndr) ha funzionato solo <strong>sporadicamente</strong> dal 2016 a causa di gravi <strong>limitazioni di budget</strong> e di personale che non hanno permesso di lavorare adeguatamente su tali casi. Il primo segnale di un cambio di marcia sono stati i finanziamenti-extra proprio dell’Inflation Reduction Act, all’incirca <strong>11 miliardi previsti</strong> nel 2024 (80 miliardi nell’arco d’un decennio).</p> <p>Altrettanto utile è stato l’annuncio d’una misura, da approvare nei prossimi mesi, spiegata nell’annuale ‘Libro Verde’ del Dipartimento del Tesoro statunitense, che espone tutte le misure fiscali in agenda a partire da settembre 2024. In pratica, la novità consiste nell<strong>’inasprimento del reato</strong> per le persone facoltose che ripetutamente e intenzionalmente non presentano la dichiarazione dei redditi per 5 anni omettendo di riportare più di 250mila dollari. Per tali casi, la nuova formulazione prescrive la <strong>prigione per un massimo di cinque anni</strong> o una <strong>multa fino a 250.000 dollari,</strong> oppure entrambe le cose.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/usa-il-fisco-a-caccia-di-evasori-migliaia-di-lettere-ai-contribuenti-ad-alto-reddito-che-non-hanno-fatto-la-dichiarazione/7504654/">Usa, il fisco a caccia di evasori: migliaia di lettere ai contribuenti ad alto reddito che non hanno fatto la dichiarazione</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> categories: - Economia & Lobby - Usa summary: | <p>Caccia agli evasori. L’agenzia delle entrate americana, l’Internal Revenue Service (Irs) ha avviato di recente un’iniziativa incentrata sui contribuenti ad alto reddito che dal 2017 al 2021 non hanno presentato alcuna dichiarazione dei redditi. Al momento però solo attraverso l’invio di una lettera interlocutoria. 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