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<p>Costretto da un question time del Movimento Cinque Stelle a comunicare i dati sull’Assegno di inclusione, giovedì scorso il governo ha dovuto ammettere – implicitamente – che c’è più di un problema con la misura che da gennaio ha sostituito il Reddito di cittadinanza: malgrado oltre 1,2 milioni di domande, le famiglie che lo stanno […]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/lassegno-di-inclusione-lascia-fuori-i-lavoratori-poveri-dietro-le-600mila-domande-rifiutate-ci-sono-i-paletti-piu-rigidi-e-inefficienze-burocratiche/7504011/">L’Assegno di inclusione lascia fuori i lavoratori poveri. “Dietro le 600mila domande rifiutate ci sono i paletti più rigidi e inefficienze burocratiche”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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<p>Costretto da un question time del <strong>Movimento Cinque Stelle</strong> a comunicare i dati sull’<strong>Assegno di inclusione</strong>, <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/04/05/assegno-di-inclusione-accettate-solo-600-mila-famiglie-escluse-la-meta/7502118/">giovedì scorso il governo ha dovuto ammettere</a> – implicitamente – che c’è più di un problema con la misura che da gennaio ha sostituito il Reddito di cittadinanza: malgrado oltre <strong>1,2 milioni di domande</strong>, le famiglie che lo stanno ricevendo sono solo <strong>590mila</strong>, ancora lontane dalle <strong>737mila</strong> che rappresentavano il target più volte ribadito dalla ministra del Lavoro <strong>Marina Calderone</strong>. Nel giustificarsi, il sottosegretario <strong>Claudio Durigon</strong> (Lega) si è giocato il jolly: “A differenza di quanto avveniva precedentemente con il Reddito di cittadinanza – ha detto – il controllo sul possesso dei <strong>requisiti</strong> ora avviene preventivamente”.</p> <p>Insomma, Durigon vuole far credere che i furbetti riuscivano a eludere le verifiche sul<strong> Reddito di cittadinanza</strong>, mentre ora vengono bloccati tutti a monte. Non è esattamente così: il motivo dell’alto numero di domande rigettate è anche nel fatto che i <strong>requisiti</strong> <strong>di accesso</strong> alla misura sono stati resi molto più stringenti, ben oltre le comunicazioni degli scorsi mesi. Ricorderanno tutti, infatti, che è stato spesso detto che i beneficiari del Rdc con <strong>anziani, minori o disabili</strong> nel nucleo familiare avrebbero mantenuto il sostegno. Non era vero, perché molte di queste famiglie hanno comunque perso l’aiuto per il nuovo requisito di reddito.</p> <p>Facciamo qualche esempio: con il Reddito di cittadinanza, una famiglia formata da <strong>due maggiorenni e un minore</strong> con massimo <strong>9.360 euro</strong> di Isee poteva prendere il sussidio a patto di non superare gli <strong>800 euro mensili di reddito</strong>. Infatti, il “capofamiglia” valeva 500 euro, il secondo componente maggiorenne altri 200 e il minore 100. Con la scala di equivalenza dell’Adi, invece, il secondo componente maggiorenne vale zero, il minore 75 euro. Quindi ora la soglia si è abbassata a<strong> 575 euro</strong>. Anche a parità di Isee, e anche avendo il minore nel nucleo, ora questa famiglia rimane senza sussidio se supera <strong>575 euro</strong> di reddito mensile. Questo tra l’altro che cosa significa? Che a essere colpite sono soprattutto le famiglie di<strong> lavoratori poveri,</strong> perché appunto hanno un qualche reddito da lavoro seppure insufficiente. Insomma, la riforma non ha affatto colpito i furbetti e i presunti “<strong>divanisti</strong>”: <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/09/13/rdc-i-veri-dati-lo-tolgono-agli-occupati/7289931/">ha penalizzato quelli che si danno da fare</a>. E visto che la situazione occupazionale è decisamente migliore al Nord, le famiglie tagliate fuori sono soprattutto settentrionali.</p> <p>Ecco quindi una spiegazione all’alto numero di domande rigettate. “Probabilmente c’è stata una cattiva informazione – spiega<strong> Enrica Morlicchio</strong>, sociologa dell’Università Federico II di Napoli – molte persone hanno fatto domanda <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/05/assegno-dinclusione-non-so-se-lo-avro-lincertezza-di-chi-ha-perso-il-reddito-e-ora-riempie-i-patronati-vivo-in-un-limbo/7430115/">sperando di poter rientrare ugualmente nella misura.</a> L’Adi ha introdotto una serie di prassi aggiuntive, requisiti aggiuntivi per i <strong>senza dimora</strong>, la modifica della scala di equivalenza. I <strong>servizi sociali dei Comuni</strong>, poi, lamentano che il ministero del Lavoro ha scaricato tutto su di loro”.</p> <p>Insomma, la propaganda governativa sui furbetti stanati a monte nasconde una serie di fattori, che partono dall’aggravamento dei paletti e arrivano a una serie di <strong>inefficienze</strong> burocratiche. Anche qui, Durigon ha provato a mettere le mani avanti: “Tengo a precisare – ha detto in commissione – che i dati sono in costante <strong>aggiornamento</strong> poiché entrambe le misure (Adi e Sfl) sono state istituite di recente e sono ancora migliaia le domande che continuano giornalmente ad affluire nei sistemi <strong>Inps</strong>”. Secondo Morlicchio questa giustificazione è “a dir poco imbarazzante”. “Assolutamente <strong>ingiustificabile</strong> – spiega la docente – l’Adi è entrato in vigore il primo gennaio e il Supporto formazione lavoro addirittura il primo settembre 2023, sono passati diversi mesi”. “Ancora meno giustificabile – aggiunge – è l’affermazione che le domande continuano a confluire: in statistica ci sono dati di stock e dati di flusso”. Quanto al<a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/12/21/post-rdc-il-governo-ammette-pochi-soldi-zero-formazione/7389571/"><strong> Supporto lavoro e formazione</strong> (Sfl), il bonus da 350 euro destinato agli “<strong>occupabili</strong>”</a> che seguono corsi di formazione, i dati parlano di <strong>60mila</strong> beneficiari su una platea potenziale di <strong>250mila</strong>, e 63mila domande respinte. Anche qui, alla professoressa Morlicchio risultano ritardi tra i quali quelli legati alla partenza dei<strong> corsi di recupero</strong> della scuola dell’obbligo.</p> <p>Un altro mantra ripetuto dal governo per motivare i bassi numeri di Adi e Sfl riguarda i <strong>dati in miglioramento sull’occupazione.</strong> Pochi giorni fa, però, l’Istat ha rilevato che <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/25/poverta-assoluta-in-aumento-nel-2023-riguarda-57-milioni-di-famiglie-dilaga-il-fenomeno-dei-lavoratori-poveri-al-massimo-di-sempre/7490626/">la <strong>povertà</strong> è aumentata proprio tra le famiglie che hanno persone di riferimento occupate come dipendenti.</a> “I numeri vanno letti nella loro complessità – avverte Morlicchio – perché una parte degli occupati che crescono è fatta da persone che sarebbero andate in <strong>pensione</strong> e invece non l’hanno fatto per l’aumento dei requisiti. Vediamo che aumentano le situazioni ai <strong>margini del mercato</strong> del lavoro: soggetti con basse credenziali educative, over 50 espulsi da piccole fabbriche o che svolgevano piccole attività autonome che non hanno retto la pandemia, donne con bassissime qualifiche”. La docente lamenta in generale la <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/03/24/il-governo-nasconde-i-dati-sullassegno-di-inclusione/7489570/">difficoltà ad accedere ai dati sulle nuove misure anti-povertà</a>. “Non fornirli è anti-scientifico e anti-democratico”. E, per chiudere, cita una stima della <strong>Banca d’Italia</strong> secondo cui, dimezzando la platea dei beneficiari da 1,2 milioni a 600mila, si va incontro a un aumento della povertà assoluta di <strong>0,8 punti</strong>.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/lassegno-di-inclusione-lascia-fuori-i-lavoratori-poveri-dietro-le-600mila-domande-rifiutate-ci-sono-i-paletti-piu-rigidi-e-inefficienze-burocratiche/7504011/">L’Assegno di inclusione lascia fuori i lavoratori poveri. “Dietro le 600mila domande rifiutate ci sono i paletti più rigidi e inefficienze burocratiche”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
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Nel giustificarsi, il sottosegretario <strong>Claudio Durigon</strong> (Lega) si è giocato il jolly: “A differenza di quanto avveniva precedentemente con il Reddito di cittadinanza – ha detto – il controllo sul possesso dei <strong>requisiti</strong> ora avviene preventivamente”.</p> <p>Insomma, Durigon vuole far credere che i furbetti riuscivano a eludere le verifiche sul<strong> Reddito di cittadinanza</strong>, mentre ora vengono bloccati tutti a monte. Non è esattamente così: il motivo dell’alto numero di domande rigettate è anche nel fatto che i <strong>requisiti</strong> <strong>di accesso</strong> alla misura sono stati resi molto più stringenti, ben oltre le comunicazioni degli scorsi mesi. Ricorderanno tutti, infatti, che è stato spesso detto che i beneficiari del Rdc con <strong>anziani, minori o disabili</strong> nel nucleo familiare avrebbero mantenuto il sostegno. Non era vero, perché molte di queste famiglie hanno comunque perso l’aiuto per il nuovo requisito di reddito.</p> <p>Facciamo qualche esempio: con il Reddito di cittadinanza, una famiglia formata da <strong>due maggiorenni e un minore</strong> con massimo <strong>9.360 euro</strong> di Isee poteva prendere il sussidio a patto di non superare gli <strong>800 euro mensili di reddito</strong>. Infatti, il “capofamiglia” valeva 500 euro, il secondo componente maggiorenne altri 200 e il minore 100. Con la scala di equivalenza dell’Adi, invece, il secondo componente maggiorenne vale zero, il minore 75 euro. Quindi ora la soglia si è abbassata a<strong> 575 euro</strong>. Anche a parità di Isee, e anche avendo il minore nel nucleo, ora questa famiglia rimane senza sussidio se supera <strong>575 euro</strong> di reddito mensile. Questo tra l’altro che cosa significa? Che a essere colpite sono soprattutto le famiglie di<strong> lavoratori poveri,</strong> perché appunto hanno un qualche reddito da lavoro seppure insufficiente. Insomma, la riforma non ha affatto colpito i furbetti e i presunti “<strong>divanisti</strong>”: <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/09/13/rdc-i-veri-dati-lo-tolgono-agli-occupati/7289931/">ha penalizzato quelli che si danno da fare</a>. E visto che la situazione occupazionale è decisamente migliore al Nord, le famiglie tagliate fuori sono soprattutto settentrionali.</p> <p>Ecco quindi una spiegazione all’alto numero di domande rigettate. “Probabilmente c’è stata una cattiva informazione – spiega<strong> Enrica Morlicchio</strong>, sociologa dell’Università Federico II di Napoli – molte persone hanno fatto domanda <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/05/assegno-dinclusione-non-so-se-lo-avro-lincertezza-di-chi-ha-perso-il-reddito-e-ora-riempie-i-patronati-vivo-in-un-limbo/7430115/">sperando di poter rientrare ugualmente nella misura.</a> L’Adi ha introdotto una serie di prassi aggiuntive, requisiti aggiuntivi per i <strong>senza dimora</strong>, la modifica della scala di equivalenza. I <strong>servizi sociali dei Comuni</strong>, poi, lamentano che il ministero del Lavoro ha scaricato tutto su di loro”.</p> <p>Insomma, la propaganda governativa sui furbetti stanati a monte nasconde una serie di fattori, che partono dall’aggravamento dei paletti e arrivano a una serie di <strong>inefficienze</strong> burocratiche. Anche qui, Durigon ha provato a mettere le mani avanti: “Tengo a precisare – ha detto in commissione – che i dati sono in costante <strong>aggiornamento</strong> poiché entrambe le misure (Adi e Sfl) sono state istituite di recente e sono ancora migliaia le domande che continuano giornalmente ad affluire nei sistemi <strong>Inps</strong>”. Secondo Morlicchio questa giustificazione è “a dir poco imbarazzante”. “Assolutamente <strong>ingiustificabile</strong> – spiega la docente – l’Adi è entrato in vigore il primo gennaio e il Supporto formazione lavoro addirittura il primo settembre 2023, sono passati diversi mesi”. “Ancora meno giustificabile – aggiunge – è l’affermazione che le domande continuano a confluire: in statistica ci sono dati di stock e dati di flusso”. Quanto al<a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/12/21/post-rdc-il-governo-ammette-pochi-soldi-zero-formazione/7389571/"><strong> Supporto lavoro e formazione</strong> (Sfl), il bonus da 350 euro destinato agli “<strong>occupabili</strong>”</a> che seguono corsi di formazione, i dati parlano di <strong>60mila</strong> beneficiari su una platea potenziale di <strong>250mila</strong>, e 63mila domande respinte. Anche qui, alla professoressa Morlicchio risultano ritardi tra i quali quelli legati alla partenza dei<strong> corsi di recupero</strong> della scuola dell’obbligo.</p> <p>Un altro mantra ripetuto dal governo per motivare i bassi numeri di Adi e Sfl riguarda i <strong>dati in miglioramento sull’occupazione.</strong> Pochi giorni fa, però, l’Istat ha rilevato che <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/25/poverta-assoluta-in-aumento-nel-2023-riguarda-57-milioni-di-famiglie-dilaga-il-fenomeno-dei-lavoratori-poveri-al-massimo-di-sempre/7490626/">la <strong>povertà</strong> è aumentata proprio tra le famiglie che hanno persone di riferimento occupate come dipendenti.</a> “I numeri vanno letti nella loro complessità – avverte Morlicchio – perché una parte degli occupati che crescono è fatta da persone che sarebbero andate in <strong>pensione</strong> e invece non l’hanno fatto per l’aumento dei requisiti. Vediamo che aumentano le situazioni ai <strong>margini del mercato</strong> del lavoro: soggetti con basse credenziali educative, over 50 espulsi da piccole fabbriche o che svolgevano piccole attività autonome che non hanno retto la pandemia, donne con bassissime qualifiche”. La docente lamenta in generale la <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/03/24/il-governo-nasconde-i-dati-sullassegno-di-inclusione/7489570/">difficoltà ad accedere ai dati sulle nuove misure anti-povertà</a>. “Non fornirli è anti-scientifico e anti-democratico”. E, per chiudere, cita una stima della <strong>Banca d’Italia</strong> secondo cui, dimezzando la platea dei beneficiari da 1,2 milioni a 600mila, si va incontro a un aumento della povertà assoluta di <strong>0,8 punti</strong>.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/lassegno-di-inclusione-lascia-fuori-i-lavoratori-poveri-dietro-le-600mila-domande-rifiutate-ci-sono-i-paletti-piu-rigidi-e-inefficienze-burocratiche/7504011/">L’Assegno di inclusione lascia fuori i lavoratori poveri. “Dietro le 600mila domande rifiutate ci sono i paletti più rigidi e inefficienze burocratiche”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> categories: - Lavoro & Precari - Marina Elvira Calderone - Mercato del Lavoro - Reddito Cittadinanza summary: | <p>Costretto da un question time del Movimento Cinque Stelle a comunicare i dati sull’Assegno di inclusione, giovedì scorso il governo ha dovuto ammettere – implicitamente – che c’è più di un problema con la misura che da gennaio ha sostituito il Reddito di cittadinanza: malgrado oltre 1,2 milioni di domande, le famiglie che lo stanno […]</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/lassegno-di-inclusione-lascia-fuori-i-lavoratori-poveri-dietro-le-600mila-domande-rifiutate-ci-sono-i-paletti-piu-rigidi-e-inefficienze-burocratiche/7504011/">L’Assegno di inclusione lascia fuori i lavoratori poveri. “Dietro le 600mila domande rifiutate ci sono i paletti più rigidi e inefficienze burocratiche”</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p> url: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/lassegno-di-inclusione-lascia-fuori-i-lavoratori-poveri-dietro-le-600mila-domande-rifiutate-ci-sono-i-paletti-piu-rigidi-e-inefficienze-burocratiche/7504011/ image: https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2024/04/07/calderone-durigon-1050x551.jpg
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