"title"=>"Strage di Erba, le carte di Olindo e Rosa per la revisione del processo. Code già dal mattino",
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A Brescia torna la nuova udienza davantia alla Corte d'Appello per riaprire il caso sulla strage dell'11 dicembre 2006.A Brescia torna la nuova udienza davantia alla Corte d'Appello per riaprire il caso sulla strage dell'11 dicembre 2006.
","content"=>"A Brescia si è da poco conclusa l'udienza davanti Corte d'Appello per riaprire il caso sulla strage dell'11 dicembre 2006. Tensione tra accusa e difesa. Il presidente: «Tanta carne al fuoco». Rinvio al 10 luglio per la decisione finale\r\n\r\nStrage di Erba, in aula Olindo e Rosa per la revisione del processo\r\nOggi è il loro giorno. Olindo Romano e Rosa Bazzi, la coppia condannata all’ergastolo per la strage di Erba, sono in aula per la seconda udienza sulla richiesta di revisione del loro processo. Parlano i loro avvocati: Fabio Schembri, Luisa Bordeaux, Nico D’Ascola e Patrizia Morelli.\r\nRichiesta di revisione ammissibile oppure no? Difficile che la Corte d’appello di Brescia decida già oggi. Più probabile che in giornata finiscano la loro esposizione gli avvocati e che ci sia un nuovo rinvio per le repliche e la decisione.\r\nRicordiamo che nella mattanza di Erba, l’11 dicembre 2006, furono uccise Paola Galli, sua figlia Raffaella Castagna, suo nipote Youssef e Valeria Cherubini, vicina di casa di Raffaella. Il marito di Valeria, Mario Frigerio, fu ferito alla gola. Un taglio che l'avrebbe ucciso se non avesse una malformazione alla carotide che gli consentì di scampare alla morte, diventando così il supertestimone della strage.\r\nNella prima udienza a Brescia, il 1 marzo, la parola era stata per il procuratore generale, Guido Rispoli, e per l’avvocato dello Stato, Domenico Chiaro. Erano le ragioni del no alla revisione.\r\nOggi tocca alle ragioni del sì. \r\naggiorna\r\n17:39\r\n | \r\n16 Aprile\r\nLa verità il 10 luglio\r\nDeciso il rinvio dell'udienza. La decisione finale sulla revisione sarà il 10 luglio alle ore 9\r\n\r\n16.58\r\n | \r\n16 Aprile\r\n«Rosa in carcere è una criticità»\r\nLuisa Bordeaux, avvocata di Rosa Bazzi: «Il mio problema da 17 anni è una sorta di corto circuito per cui vedo in carcere Rosa con una disabilità. Una disabilità che crea sofferenza tutti i giorni. Noi questo dato non abbiamo potuto acquisirlo e questa per me è la criticità più grave».\r\n\r\n16.40\r\n | \r\n16 Aprile\r\nL'avvocata di Rosa Bazzi: «Impossibile non vedere tutte le criticità»\r\nLuisa Bordeaux: «La testimonianza, il dna, la confessione: ci sono criticità che non mi è mai capitato di vedere. Hanno parlato di cascata di prove. Io non voglio dire cascata di criticità, ma sicuramente di criticità che non è possibile non vedere».\r\n\r\n16.20\r\n | \r\n16 Aprile\r\nIl presidente: «Tanta carne al fuoco»\r\nIl presidente dell'Aula, Antonio Minervini, alla fine dell'intervento dell'avvocato Schembri: «Tanta carne al fuoco, ci sarà una nuova udienza». Ora parlerà un'ultima avvocata della difesa e poi si chiude per oggi.\r\n\r\n15.16\r\n | \r\n16 Aprile\r\nLa «cella matrimoniale»\r\nSchembri: «Olindo Romano parla spesso della cella matrimoniale. Ne parla con Giuliano Tavaroli, suo compagno di cella. Perché nessuno gli ha detto che non esistono le celle matrimoniali? Perché non gli hanno detto che se confessavano in due la pena si dimezza, come gli hanno fatto credere? Di tutta questa tragedia si sono accorti il cappellano, il direttore, la psicologa, il comandante della polizia penitenziaria… Ogni giorno Olindo andava a chiedere quando si consegnava la cella matrimoniale… Il suo avvocato d’ufficio gli stava portando via tutti i soldi. Ha ricevuto un pignoramento, gli faceva firmare conto in bianco. Li hanno abbandonati, li hanno massacrati. L’avvocato gli aveva detto che potevano lavorare, guadagnare, andare insieme in una struttura».\r\n\r\n15.11\r\n | \r\n16 Aprile\r\n«243 errori nella ricostruzione delle confessioni»\r\nProsegue l'avvocato Schembri: «Alla fine noi conteremo 243 errori nella ricostruzione delle confessioni. La sentenza di secondo grado scrive che la sentenza è zeppa di errori. Ma non sono involontari, sarebbero stati propedeutici a creare una porta aperta per eventualmente ritrattare».\r\n\r\n14.59\r\n | \r\n16 Aprile\r\n«Rosa? Un'incapace assoluta che ha voluto proteggere Olindo»\r\nL’avvocato Schembri: «La sentenza dice che Rosa Bazzi sapeva di essere intercettata, astuta. Adesso vi dico chi è Rosa. Rosa non sa prendere un autobus, non sa leggere e non sa scrivere, non sa digitare un numero di telefono. E l’unica preoccupazione di Olindo era quella di mandare Rosa a casa. Compiono entrambi un atto generoso, ciascuno per salvare l’altro. Noi esseri umani normali sappiamo leggere, scrivere, far di conto, sappiamo che in 5 minuti non si dà un ergastolo. Olindo e Rosa queste cose non le sapevano. Nessuno gli ha detto, nemmeno il loro avvocato d’ufficio, che non era così. Quando gli dicono \"non vedrà più sua moglie\", nessuno gli ha detto \"no, guarda, non funziona così\". Rosa non appena sa che il marito vuole andare a confessare per salvarla, dirà a un agente penitenziario \"può dire a mio marito che me la prendo io la responsabilità anche se non è vero?\". Rosa è incapace da sola di fare tutto. Questa è la realtà delle cose».\r\n\r\n13.37\r\n | \r\n16 Aprile\r\nUn'ora di sospensione\r\nL'udienza è stata poi sospesa per un'ora.\r\n\r\n13.30\r\n | \r\n16 Aprile\r\nLe macchie di sangue di Youssef\r\nL'avvocata Patrizia Morello, codifensora di Olindo Romano: «Parliamo delle macchie di sangue del povero bambino, Youssef: non sono compatibili con la dinamica raccontata da Bazzi». Perché, in sostanza, lo schizzo di sangue non c’era dove avrebbe dovuto essere\r\n\r\n13.14\r\n | \r\n16 Aprile\r\nIdentificati i trascrittori delle parole di Frigerio in ospedale\r\nL’avvocata Morello dice in aula che la trascrizione fatta dai loro consulenti, riguardo alle intercettazioni ambientali nella stanza d’ospedale di Frigerio, «è stata fatta da una serie di trascrittori di cui noi siamo in grado di depositare nome, cognome e indicazioni varie». Lo dice per rispondere all’obiezione dell’avvocato generale Domenico Chiaro che nell’udienza precedente aveva parlato di trascrizioni che non erano attribuibili a questo o quello. Morello sembra rispondere a lui. In questa vicenda delle trascrizioni di Frigerio c’è anche un gruppo di studenti universitari che, a Padova, durante un convegno, si è sottoposto all’ascolto dei file relativi proprio a Frigerio. Alla fine è stato chiesto loro: che cosa avete capito di quel che ha detto? La maggior parte di loro avrebbe dato risposte vicine alle tesi della difesa. E cioè (in sostanza): Frigerio non ha fatto il nome di Olindo e non sa nemmeno bene perché lo ha tirato in ballo. Episodio, questo degli studenti, non citato in aula dall’avvocata.\r\n\r\n12.50\r\n | \r\n16 Aprile\r\nL'intervento dell'avvocata di Olindo \r\nDopo Fabio Schembri, difensore di Olindo Romano, l'intervento in aula tocca a Patrizia Morello, codifensora di Olindo. «I nostri consulenti guardano l’amnesia in connessione con le tecniche dell’interrogatorio di Frigerio. Quel tipo di domande impatta con un soggetto così vulnerabile. Quindi non parliamo soltanto dell’amnesia anterograda in sé. Ma in connessione con il tipo di domande fatte», ha detto l'avvocata\r\n\r\n11:51\r\n | \r\n16 Aprile\r\n«Frigerio aveva un'amnesia anterograda»\r\nSchembri su Frigerio: «L’amnesia anterograda è un dato certo perché il 26 dicembre i pm vanno a sentire il signor Frigerio. La nostra nuova prova cosa dimostra? Che anche in quell’occasione il deficit cognitivo di Frigerio aveva raggiunto il suo apice. \"Io onestamente non l’ho riconosciuto\", questo dice. I pm metteranno a verbale che il signor Frigerio era in condizioni precarie. Il 27 che fanno? Mandano una psichiatra per saggiare la memoria di Frigerio. E Frigerio non sa fare banali sottrazioni, non sa i giorni, non sa se ha mangiato, da quando è ricoverato. Ecco l’amnesia anterograda: è documentata. Che ci sia un problema su questo riconoscimento, che ci sia da discutere su questo riconoscimento mi sembra un dato pacifico, soggettivo. Quando si dice che non deriva dall’intossicazione da ossido di carbonio… Il problema di Frigerio è che le sue condizioni peggiorarono a seguito di una patologia neurologica tardiva dovuta all’intossicazione da monossido di carbonio (respirato sul luogo della strage dopo che gli assassini diedero fuoco all’appartamento, ndr). Che cosa dice la scienza? Dice che un volto familiare si riconosce immediatamente ed è impossibile passare da un volto sconosciuto, come fa Frigerio quando parla di una persona con carnagione olivastra, a uno conosciuto come dice quando fa il nome di Olindo».\r\n\r\n11:37\r\n | \r\n16 Aprile\r\n«Il supertestimone Frigerio non riconobbe Olindo»\r\nSchembri sul supertestimone Mario Frigerio: «Frigerio i primi giorni non ricordava niente. Non è come dice l’accusa. Frigerio non riconobbe Olindo Romano il 26 dicembre (del 2006, mentre era in ospedale, ndr). Noi abbiamo indicato fatti gravi, omissioni gravi e anomalie gravissime su Frigerio. Quando Gallorini andò in dibattimento e disse che lui il nome di Olindo non lo fece mai a Frigerio… Francamente è incredibile. Cosa mai vista. Mai accaduta». In realtà il luogotenente Gallorini disse in aula in primo grado, almeno due volte, «che sì, il nome di Olindo l’ho fatto».\r\n\r\n11:32\r\n | \r\n16 Aprile\r\n«Il Ris non trova niente, ma 10-15 anni dopo spunta il sangue»\r\nSchembri: «Parliamo del Ris di Parma. Nessuno lo critica, ma è una prova scientifica. In casa di Raffaella non trovano nulla. In casa di Olindo controllano ovunque, ma non trovano nulla. La cronaca giudiziaria è piena di sangue trovato dopo 10-15 anni. Con il luminol avrebbe dovuto illuminarsi come un albero di natale. Non hanno trovato niente».\r\n\r\n11:28\r\n | \r\n16 Aprile\r\nL'avvocato difensore: «Valeria Cherubini non poteva scappare e gridare aiuto»\r\nFabio Schembri parte all’attacco. Parla della morte di Valeria Cherubini, la vicina di casa della famiglia Castagna che era uscita per portare fuori il cane e che è rientrata mentre gli assassini scappavano. Aggredita sul pianerottolo di casa Castagna, Valeria Cherubini morì in casa sua dove tentò di scappare. Dice Schembri: «Valeria Cherubini, con lesioni al muscolo psoas della gamba fece sedici rampe discale (in realtà voleva dire 16 scalini, ndr) per poi morire in casa. Stiamo parlando di una ipotesi fantascientifica. Oggi le tre nostre consulenze impattano su questo profilo. La nostra consulenza dice che è impossibile che con i colpi ricevuti in testa, con la lesione allo psoas abbia potuto salire la scala. Aveva la lingua recisa. Non poteva gridare aiuto, come hanno sentito i primi soccorritori Bartezzaghi e Ballabio». Schembri sulla fuga degli assassini: «Olindo e Rosa avrebbero dovuto scendere, lavarsi, togliersi i vestiti che avevano addosso, vestirsi, uscire con due sacchettoni sulle spalle come dicono le sentenze. Non è possibile senza essere visti».\r\n\r\n11:14\r\n | \r\n16 Aprile\r\nBreve pausa, l'udienza riprende\r\nDopo una breve pausa, alle 11.20 riprende l'udienza. Tocca all'avvocato Fabio Schembri, difensore di Olindo Romano.\r\n\r\n10:47\r\n | \r\n16 Aprile\r\nTensione tra accusa e difesa\r\nIl presidente della Corte d'Appello di Brescia richiama l'avvocato Nino D'Ascola e l'avvocato generale Domenico Chiaro. «Avvocato generale, è inutile che fa quei cenni lì. Quando abbiamo parlato noi, abbiamo ascoltato senza fare alcun tipo di cenni. Le chiediamo lo stesso atteggiamento», ha detto l'avvocato D'Ascola all'avvocato generale che scuoteva la testa durante il suo intervento. «Non parlate tra di voi», è stato il richiamo del presidente.\r\n\r\n10:07\r\n | \r\n16 Aprile\r\nL'avvocato: prove non valutate \r\nL'avvocato D'Ascola parla delle nuove prove: «Abbiamo prove non valutate. Nessuno si può permettere di negare la novità di quelle prove. La prova scientificamente nuova è una prova che nasce da un’altra via, da una nuova osservazione di cose già osservate. Un nuovo metodo che consente di legere una porzione ulteriore della realtà delle cose\"».\r\n\r\n09:52\r\n | \r\n16 Aprile\r\nLa testimonianza di Frigerio: prova sospetta\r\nIl secondo giorno di udienza sul processo di revisione per Olindo Romano e Rosa Bazzi si apre con l’intervento dell’avvocato Nino D’Ascola, codifensore di Olindo assieme a Fabio Schembri. Prima una lunga introduzione tecnica-giuridica, poi l'affondo parlando di Mario Frigerio, il supertestimone. D'Ascola parla del primo riconoscimento del teste che aveva descritto l'aggressore come un uomo con la «carnagione olivastra» e poi aveva fatto il nome di Olindo. «La testimonianza di Figerio è una prova sospetta. Il riconoscimento di una persona nota è un fatto automatico e incoercibile», ha detto l'avvocato.\r\n\r\n09:36\r\n | \r\n16 Aprile\r\nIn aula Olindo e Rosa\r\nSono arrivai in aula Rosa e Olindo, i due condannati che hanno chiesto la revisione del processo.\r\n\r\n09:22\r\n | \r\n16 Aprile\r\nAzouz: «Tante cose non tornano»\r\nAzouz Marzouk che nella strage di Erba perse la moglie e il figlio di due anni, al suo arrivo a Brescia per l'udienza di revisione per Olindo Romano e Rosa Bazzi, ha spiegato: «Conduco questa battaglia per tutti, non posso dire se ho avuto nemici, ho vissuto in pace con tutti». L'uomo, che sostiene l'innocenza dei coniugi, ha sottolineato: «Ho letto le carte, ho visto il percorso di questi anni che confermano che qualcosa non va, sono tantissime le cose che non tornano»\r\n\r\nAzouz: «Chiedere scusa ai Castagna? Sono qui per il processo di revisione»\r\nazouz davanti al tribunale\r\n09:09\r\n | \r\n16 Aprile\r\nCode all'ingresso dell'aula\r\nDecine di persone sono in coda stamani per poter poter partecipare a\r\nBrescia alla seconda udienza sulla discussione della richiesta di revisione\r\ndel processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo\r\nper la strage di Erba. La stessa scena era stata registrata all'esterno del Palazzo di Giustizia in occasione della prima udienza, sotto la pioggia, lo scorso 1 marzo.",
"author"=>"Giusi Fasano, inviata a Brescia",
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