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\nL'articolo Gaza, Israele ritira tutte le truppe di terra dal sud della Striscia. Gallant: “Pronti a ogni scenario contro l’Iran” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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L’esercito israeliano ha annunciato di aver ritirato tutte le truppe di terra combattenti dal sud della Striscia di Gaza, dopo circa 4 mesi di forti combattimenti. Solo la Brigata Nahal, spiegano i media locali, è rimasta sul posto con il compito di tenere in sicurezza il cosiddetto ‘Corridoio Netzarim‘ che attraversa la Striscia, lungo la costa dal confine nord, nei pressi del kibbutz Beeri, fino al sud. Tel Aviv non ha ancora spiegato le ragioni di questa mossa. Ma è inevitabile ipotizzare un collegamento con gli allarmi lanciati da Washington: gli Stati Uniti si stanno preparando attivamente a un attacco “significativo” da parte dell’Iran su obiettivi israeliani – ma anche americani – nella regione.
\n“L’apparato della Difesa ha completato i preparativi di risposta in caso di qualsiasi scenario che si possa sviluppare con l’Iran“, ha detto proprio in queste ore Yoav Gallant. La dichiarazione del ministro della Difesa israeliano è arrivata in seguito ad una valutazione con il capo della direzione delle operazioni dell’esercito, generale Oded Basiuk, e il capo della direzione dell’intelligence militare, generale Aharon Haliva. Sono ritenute concrete le minacce di una reazione da parte di Teheran per il raid israeliano sul consolato iraniano a Damasco in cui è stato ucciso il comandante delle Guardie della rivoluzione islamica in Siria, insieme ad altri cinque ufficiali.
\n\nPer gli alti funzionari americani, la rappresaglia di Teheran è ormai “inevitabile“. Un’opinione condivisa dalla controparte israeliana – che da giorni si prepara al peggio, richiamando i riservisti e chiudendo diverse ambasciate nel mondo, come a Roma – ed esplicitata chiaramente dal capo di Stato Maggiore delle forze armate iraniane Mohammad Bagheri: “La vendetta dell’Iran è inevitabile e sarà Teheran a decidere come e quando effettuare l’operazione”, ha detto durante i funerali di un alto ufficiale ucciso a Damasco, Mohmmad Reza Zahedi, comandante di un’unità d’élite dei pasdaran responsabile delle operazioni esterne dell’Iran.
\nSui tempi, le forze d’intelligence americane avvalorano la tesi di un attacco “probabilmente entro la fine del Ramadan“, che termina martedì, specificando che potrebbe avvenire con l’uso di droni e missili da crociera. Mentre si rincorrono le ipotesi, il come e il quando tengono col fiato sospeso Israele e Usa. Finora a dare man forte ad Hamas negli attacchi a Israele erano state solo le forze ‘ombrà degli Hezbollah libanesi e degli Houthi dallo Yemen. Ma “la svolta” – così definita dal leader dei miliziani del Partito di Dio Hasan Nasrallah – dell’attacco al consolato iraniano in Siria potrebbe aver convinto l’Iran a sferrare un attacco diretto allo Stato ebraico. Sarebbe lo scenario peggiore al quale si sta preparando l’amministrazione Biden: si tradurrebbe infatti in una rapida escalation che potrebbe portare la guerra di Gaza a trasformarsi in un conflitto regionale più ampio. Qualcosa che Biden ha cercato di evitare a lungo, in questi mesi di guerra in Medio Oriente e di tensioni tra gli Stati arabi, l’Iran e Israele.
\nUnicef: “Uccisi oltre 13mila bambini”
\nIl tutto mentre oggi, domenica 7 aprile, sono passati esattamente 6 mesi dall’inizio della guerra di Israele a Gaza dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. E c’è una popolazione, quella della Striscia, che continua a morire non solo per le bombe ma anche per la fame e la sete. “La guerra a Gaza ha ucciso oltre 13.000 bambini e ne ha feriti molti di più. In rovina case, scuole e ospedali. Uccisi insegnanti, medici e umanitari. La carestia è imminente. Il livello e la velocità della distruzione sono sconvolgenti. I bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco ora“, scrive su X la direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell, a proposito dei bambini di Gaza. “I due bambini ancora in ostaggio a Gaza, Kfir e Ariel, devono ancora essere rilasciati – comunica sempre L’Unicef – Sono passati più di 180 giorni di angoscia per gli ostaggi e le famiglie. I bambini hanno perso i familiari e mancano loro i genitori e i loro cari ancora in ostaggio. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati ora“.
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